Carburazione dei SU HS2 (AUD 257 F/R)
La carburazione di questi congegni è relativamente impegnativa……se si ha pazienza. Bisognerebbe disporre di appropriate apparecchiature, ma anche ad “orecchio” si possono raggiungere buoni risultai. Bisogna scegliere un giorno in cui si ha a disposizione del tempo e tranquillità, queste sono le premesse per avere successo. Il risultato sarà una goduria, semprechè il resto del motore stia a puntino e non abbia problemi; diversamente sarà tutto tempo perso. Bisogna essere sicuri che candele, filtri aria, punterie ecc, siano tutte in ordine, se tutto è a posto ha senso tentare la carburazione.
Queste sono le candele prima della carburazione. I residui carboniosi indicano una carburazione molto ricca, peraltro confermata dalle fumate del motore in accelerazione e dal borbottio ritmico al minimo……. Nonostante ciò i SU riuscivano ad assicurare una certa regolarità di funzionamento che può trarre in inganno. Le candele sono degli ottimi indicatori……
E’ importante assicurarsi che i gigler siano centrati rispetto all’ asse dell’ago, questo è fondamentale. Il centraggio si effettua svitando il bullone di fissaggio del getto (è il n° 7 del l.u.m.) e quindi avvitando completamente il bullone n° 3 del l.u.m.. Muovendo il getto si centra il gigler rispetto all’ago, in modo che la caduta del pistone generi il rumore di impatto con il corpo del carburatore; ciò indicherà che il pistone è a fondo corsa e che non è stato ostacolato nella caduta dall’ eccentricità dell’ago. Per questa operazione è necessario perdere del tempo, per curarla in maniera certosina.
Si Svitano le viti del minimo (la n° 1 del l.u.m.) sino al punto in cui non azionano più le leve della farfalla (si nota dalle molle di richiamo che non si muovono più quando si svita). Da questo punto si ruotano di un giro e mezzo. Si avvita completamente il bullone che regola la quota del gigler rispetto all’ago (è il n° 3 del l.u.m.) e da questo punto si svita di due giri completi. Questa è la configurazione per iniziare la carburazione. A questo punto non resta che avviare il motore e portarlo “in temperatura”.
Regolato il minimo sui 1000 RPM (o sugli 800 RPM se il motore è stato integralmente revisionato) si iniziano a bilanciare i due carburatori variando le viti del minimo, ascoltando nel contempo con un tubetto il sibilo del flusso d’aria aspirata dagli stessi (vedi disegno). In pratica bisogna rimanere con il contagiri nel limite prefissato (1000 RPM) e nello stesso tempo udire la stessa quantità d’aria defluire in ambo i carburatori. Questa operazione li sincronizzerà.
Agendo con questa chiave sul bullone n° 3 (l.u.m.), si cercherà, tenendo sott’occhio il contagiri, di far salire quanto più è possibile il livello del minimo. Ma attenzione non è la farfalla che sta variando la sua posizione, bensì sta variando la quota del getto che raggiungendo sezioni diverse dell’ago varia la miscelazione aria/benzina.
Variata la carburazione e, come abbiamo visto, anche il numero dei giri del minimo, si riportano i giri sui 1000 RPM agendo sempre sulle viti n° 1, usando sempre il tubetto per ascoltare il sibilo dell’aria per essere sicuri del bilanciamento dei carburatori. Questo ciclo va ripetuto più volte sino a quando agendo sul bullone 3 non sarà più possibile aumentare il minimo.
Per avvicinarsi molto a questo punto bisogna sollevare di circa mm. 0,8 (1/32”) i pistoni dei carburatori per mezzo dell’astina visibile nella foto:
-se i giri decrescono la carburazione è magra;
– se aumentano è grassa;
– se aumentano leggermente per poi stabilizzarsi quasi al punto iniziale si è a buon punto. (vedi disegno).
Attenzione! anche se i carburatori funzioneranno alla perfezione e la nota di scappamento sarà regolare (come indicato nel disegno), una buona indicazione su una carburazione a puntino la darà la colorazione delle candele……. quindi, per raggiungere il color nocciola tipico di una motore che gira bene andate alla pagina seguente.